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8
Apr

Perugia nel 1916: una lettera richiama l’attenzione del ministro degli Interni

Illustrissimo Signore,

dobbiamo richiamare la vostra attenzione sulle condizioni straordinarie di questo Capoluogo di Provincia e dei paesi limitrofi, tra i quali specialmente Assisi; e vi preghiamo di fare quanto è possibile perché tali condizioni mutino al più presto, merci opportuni ed energici provvedimenti governativi.

Qui non sembra che l’Italia sia in questa guerra da più di un anno; qui dura l’astiosa divisione degli animi come prima del maggio 1915.

Neutralisti e germanofoli continuano antipatriotticamente a spargere menzogne, paure ed accrescere lo spavento, specie tra i campagnoli, giovandosi del dolore delle frequenti notizie di morte.

Ai prestiti nazionali non partecipano appunto coloro che più potrebbero dare. Un Monsignore, temporalista, del vecchio stampo riesce a salvare negli ombrosi boschi della sussistenza e della Sanità, nipoti, amici, aderenti, tutti fior di giovinotti sani e membruti; vilipende l’Esercito tacciandolo di viltà ed è servito premurosamente dal Colonnello Comandante del Distretto; i preti, in campagna, aizzano alla ribellione, aspettando l’arrivo dei tedeschi; ad Assisi promuovono sottoscrizioni per i prigionieri austriaci, trascorrono in chiesa ad accessi di giubilo alla notizia della vittoriosa offensiva nemica nel Trentino, ed alterano le notizie della guerra.

A Perugia si pubblicano calmieri che non sono poi rispettati, ad altro non dovendo essi servire che a salvare le apparenze. Da tempo non passa giorno che qualche giovane repubblicano non sia aggredito o percosso da giovinastri, non sappiamo se anarchici o delinquenti.

La polizia si scusa dicendo di non aver ricevuto denuncie: ma essa sa quanto noi e si astiene dal prendere quelle misure preventive che potrebbero impedire simili aggressioni, senza pregiudizio della libertà. I fatti ci abbondano ma questi bastano a darvi una qualche idea delle dolorose condizioni in cui viviamo.

Di chi la colpa? Dell’autorità politica amante del quieto vivere, timorosa di urtare e spiacere, incapace di provvedimenti risoluti; dell’autorità comunale che sorretta da un partito in massima parte formato di conservatori rabbiosamente neutralisti, traccheggia, si contenta di salvare le apparenze per non scontentare gli elettori; dell’autorità giudiziaria che riceve denuncie e testimonianze ma non si decide a condurre a termine un processo, a dare qualche pubblico esempio; dell’autorità militare che non tutela l’onore dell’Esercito Italiano contro uno sciagurato prete che ripaga con oltraggi sanguinosi coloro che lo hanno illecitamente beneficiato.

Si possono tollerare simili condizioni? Quali conseguenze ne potrebbero nascere se la guerra si prolungasse per molto tempo?

Occorre che i Ministri degli Interni, della Giustizia e della Guerra siano informati e che provvedano subito e con energia.

Confidiamo che la nostra vivissima preghiera non rimarrà inascoltata e distintamente vi salutiamo.

Perugia 8 agosto 1916″.

Fonte: Archivio Centrale dello Stato,

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