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25
Mar

Domenico Santi: salvo per un mazzo di cartoline postali portate in tasca dalla parte del cuore

di Ubaldo Santi

Domenico Santi

Domenico Santi

Dopo tre anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale il presidente USA Woodrow Wilson, ex governatore democratico dello Stato del New Jersey, decide nel 1917 la fine dell’isolazionismo e della neutralità degli Stati Uniti. Il governo americano entra in guerra (2 aprile 1917) a fianco dell’Intesa (Gran Bretagna, Italia, Francia, Russia) contro gli imperi centrali (Germania e Impero austro-ungarico) col presupposto di realizzare una pace mondiale fondata sui principi di autodeterminazione e democrazia.

Mio padre, Domenico Santi (32enne) aderendo all’esortazione dello zio Sam rivolta ai giovani (I want you for U.S. Army) si arruola come volontario nell’esercito americano. Era nato a Grotti, piccola frazione del comune di Sant’Anatolia di Narco nel 1885 e nei primi del Novecento, inseguendo il sogno americano affrontò il lungo viaggio transoceanico per approdare ad Ellis Island  isoletta  antistante New York, divenuta famosa come luogo di smistamento degli emigranti europei.  Dopo la quarantena in questa isola, detta isola delle lacrime, si stabilì a Trenton (New Jersey) ove viveva già una comunità di monteleonesi. È stato assunto in un importante stabilimento metallurgico (Roebling). Ha appreso l’American English, si è integrato senza difficoltà nella società multietnica statunitense  (melting pot). Mr Dominich Santi è divenuto cittadino americano. Si è ‘americanizzato’ pur conservando solidi legami colle sue radici ‘naricole’ e mantenendo rapporti di amicizia e solidarietà con altri emigranti suoi conterranei. Quando gli Stati Uniti entrano nel conflitto mondiale non esita  ad arruolarsi nell’esercito americano e, dopo un periodo di addestramento militare, fa parte come graduato del corpo di spedizione comandato dal generale Joseph Pershing. Il corpo d’armata americano inizia il suo impegno bellico sul territorio francese: il generale Pershing è uno dei protagonisti della grande offensiva vittoriosa contro le forze germaniche. Mio padre combatte valorosamente sul fronte delle Argonne, ove rimane gravemente ferito alla testa da uno shrapnel (scheggia di granata). Un mazzo di cartoline, conservate addosso dalla parte del cuore e forate da un proiettile, gli ha salvato la vita. Degente in ospedali militari in Francia e negli Stati Uniti, mio padre viene dimesso dopo alcuni mesi con una placca metallica a protezione di una parte del cranio. Invalido di guerra, decorato con varie medaglie al valore e pensionato del governo americano, decide nel 1921 di tornare in Italia dove sposa una giovane conterranea, Ponziana Sgrelli dalla quale, tra il 1922 e il 1941, avrà 12 figli.

Di mio padre ricordo la severità antica del capofamiglia, la rettitudine, la moralità, la modernità dei suoi atteggiamenti americaneggianti, il gusto del buon vivere. Ricordo la dignità con cui ha affrontato, primo di pensione americana, i durissimi anni della Seconda guerra mondiale.

La vicenda del ferimento in battaglia di Domenico Santi è ricordata anche in un atto notorio americano – conservato dalla famiglia nella  traduzione italiana – che contiene l’attestazione del suo comandante Harry Schippner:

Il mazzo di cartoline postali che ha salvato la vita a Domenico Santi

Il mazzo di cartoline postali che ha salvato la vita a Domenico Santi

Dopo essere stato invalido a continuare nel servizio attivo, miracolosamente scampato al pericolo a causa di un pacchetto di cartoline postali che avvenne di avere nella tasca interna dell’abito dalla parte del cuore, il militare Domenico Santi, del n. 434 wlittaker Avvenne, di questa città, trovasi a casa in licenza. Egli venne ferito il 12 ottobre 1918 mentre trovavasi a far parte della Compagnia E, 113° Infanteria.

Alcuni giorni prima di tale data le granate ed il bombardamento del nemico erano stati così insistenti che insieme con altri compagni Santi fu costretto a ricoverarsi in un riparo  dove rimase per ben 56 ore senza cibo di sorta. Infine, spinti dalla disperazione, essi vennero fuori dal riparo per andare in cerca d’acqua credendo possibile trovarne nei boschi scavati dai proiettili. Mentre continuavano nelle ricerche, una bomba esplose nelle loro vicinanze e due schegge colpirono Santi, una di esse alla testa, per cui egli cadde al suolo inerte. L’altra venne trovata, dopo che egli fu accompagnato in un ospedale da campo, dal medico curante: la scheggia era andata in direzione del cuore, passando attraverso un pacco di carte e fermandosi dopo un graffio nella pelle, il pezzo del ferro trovavasi ancora nella tasca interna dell’abito, e Santi lo conserva come ricordo insieme col pacco delle carte salvatrici.

Un’altra volta, prima di detto accidente, il Santi trovandosi a compiere una missione, ebbe campo di sorprendere il soldato tedesco nell’atto di baionettare un soldato americano che

Una delle cartoline che Domenico Santi portava in tasca dalla parte del cuore. A destra in basso la parte rovinata dal proiettile che lo colpì.

Una delle cartoline che Domenico Santi portava in tasca dalla parte del cuore. A destra in basso la parte rovinata dal proiettile che lo colpì.

giaceva ferito. Egli riuscì ad uccidere il nemico ed accompagnare l’altro nelle linee degli alleati.

Quaranta incolumi su 250.   Durante il suo servizio al fronte di battaglia santi si è trovato a Verdun Champagne d’Alsagia? In un combattimento presso Verdun Santi ha dichiarato che di 250 compagni soltanto 40 ritornarono vivi.

Egli si recò nella città di Verdun subito dopo la sua cattura e la trovò interamente deserta. La città aveva presso a poco la stessa estensione di Trenton, ma interamente in rovina.

Anche dopo essere stato ricoverato in un ospedale egli ha dichiarato che non riuscì ad evitare le conseguenze della guerra. Il nemico continuò a bombardare il posto per 15 giorni ancora dopo del suo arrivo. Durante la notte si era costretti a tenere aperti i lumi per impedire che il nemico prendesse di mira i fabbricati.

Il militare Santi reca una lettera del suo ufficiale comandante, capitano Harrj Schippner, che egli loda moltissimo nella quale lettera è detto: “Domenico Santi, prestò servizio come soldato nella mia compagnia e venne ferito mentre difendeva un’importante posizione nella Vallata di Melleville, presso Sanoneax, in Francia. Egli è stato sempre un valoroso combattente leale, fedele e coraggioso, non potrei fargli una raccomandazione migliore. Harrj E. Shappner, Captain 113th Inf. Comanding Co. F.”

Per saperne di più: Ubaldo Santi, Autobiografia di un Grottigiano, Nuova Eliografica, Spoleto, 2015.

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