Memoria di Popolo nella Grande Guerra
L’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano sarà presente al convegno finale di presentazione del progetto “Memoria di Popolo nella Grande Guerra”, che si svolgerà venerdì 20 maggio 2016 dalle ore 10.00 presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Dipartimento Studi Umanistici, Palazzo Malcanton Marcorà, Sala Morelli Dorsoduro, Calle Contarini.
Nicola Maranesi, coordinatore del Progetto Grande Guerra della Fondazione Archivio diaristico nazionale, presenterà un intervento intitolato “In ‘trenceia’ senza censure. La Prima guerra mondiale di Vincenzo Rabito”, incentrato sulla figura del cantoniere ragusano analfabeta che ha scritto pagine molto eloquenti sulla Grande Guerra all’interno della sua monumentale autobiografia, depositata presso l’Archivio di Pieve Santo Stefano e pubblicata da Einaudi nel volume “Terra matta”.
Quello della Grande Guerra è un ricordo che non sfuma.
Il 24 maggio 2016 sarà trascorso un anno dalle commemorazioni per il Centenario dall’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale. In altre parole, sarà commemorato il 101° anniversario dall’ingresso dell’Italia in guerra. Il calcolo, e soprattutto il ragionamento, potrebbe apparire macchinoso. Ma vale la pena farlo.
Vale la pena perché spesso, soprattutto quando ci si avvicina ad anniversari importanti come quelli che hanno per unità di misura i secoli, ci si pone di fronte al dilemma di quanto sia legittimo quel fiorire di attenzioni, avvenimenti e pubblicazioni celebrative/commemorative dettate, in prevalenza, dalla logica del calendario. E per lo più ci si aspetta che una volta tagliati i nastri e spenti i riflettori, l’interesse verso quel tema specifico vada rapidamente sfumando. Se esiste un’eccezione a questo ragionamento, quell’eccezione è Grande Guerra.
L’interesse di studiosi e pubblico verso questa pagina dirimente della storia italiana non accenna infatti a diminuire, né accenna a interrompersi l’afflusso, verso l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano di testimonianze autobiografiche inedite scritte da soldati che hanno vissuto e combattuto nelle trincee del ’15-’18. A Pieve, ormai, se ne contano circa 400 e il numero è destinato a crescere ancora. La ricchezza dei racconti autobiografici rende sempre attuale lo studio e il dibattito sulla Prima guerra mondiale.