Gino Emili: le memorie di Giuseppe Capoccetti sono un punto di riferimento per le nuove generazioni
Nel 2014, anno in cui si aprono le celebrazioni ufficiali per il Centenario della prima guerra mondiale, famiglie e studiosi lavorano insieme per ricostruire la memoria storica del territorio casciano, per avviare una riflessione sul dovere della memoria e per creare un punto di riferimento per le nuove generazioni fondato su una più consapevole cultura della pace e della convivenza tra i popoli.
È questo, in estrema sintesi, il fulcro del libro di memorie di Giuseppe Capoccetti che punta a valorizzare la storia non ufficiale, la storia ‘dal basso’, la storia di chi non ha Storia, di chi non appare nei libri, ma che è pur tuttavia il vero protagonista degli eventi.
Così è stato per Giuseppe Capoccetti, autore di queste pagine inedite, così è stato per tutti i ragazzi casciani morti durante il primo conflitto mondiale, ricordati uno ad uno in questa pubblicazione curata da Rita Chiaverini ed Egildo Spada.
Queste memorie, queste storie umane, costituiscono materiale vivo e prezioso per acquisire maggiore consapevolezza sulla storia di Cascia nei primi decenni del Novecento perchè l’emigrazione all’estero, la Grande Guerra, la questione sociale sembrano momenti storici lontani ma in realtà possono diventare vicinissimi quando si trovano foto, cartoline, lettere, documenti di quel tempo che vedono come protagonisti membri della propria famiglia o propri concittadini.
Singolarmente, questi documenti, offrono una parziale conoscenza delle persone e dei fatti, ma analizzati in una visione più generale, come è stato fatto nel libro “L’irto sentiero, ovvero le mie memorie’, offrono un contributo notevole alla costruzione della memoria e dell’identità collettiva.
Aver cominciato ad assemblare i tanti frammenti della memoria privata che derivò da quelle epocali esperienze è il merito dei curatori del volume, Rita Chiaverini ed Egildo Spada, che hanno lavorato con cura e a lungo per ricordare ed analizzare, attraveso il diario di Giuseppe Capoccetti, l’impatto enorme che l’emigrazione all’estero e il Primo conflitto mondiale ebbero a Cascia, in un contesto sociale per molti versi ancora arretrato e rurale e soprattutto sulle famiglie che si confrontarono con gli aspetti più terribili di una modernità in cui le armi avevano raggiunto un potere distruttivo enorme.
Un lavoro difficile e di grande pazienza anche perchè quel periodo storico non può più contare sulla viva voce di chi venne direttamente coinvolto. Non ci sono più nonni o bisnonni che posson oraccontare le trincee del Carso, i combattimenti tra i ghiacciai della Marmolada o la triste esperienza di prigionia. e tuttavia il ricordo del conflitto, che sottopose milioni di italiani ad una prova terribile, rimane vivo in moltissime famiglie che conservano lettere, fotografie, decorazioni, cimeli del più vario genere.
Materiale molto interessante che, grazie all’attenzione del BIM – Valnerina Cascia, ora emerge e viene reso pubblico a cento anni di distanza dal conflitto.
Il mio augurio è che questo primo studio possa costituire la premessa per ulteriori iniziative culturali volte a recuperare la memoria della Grande Guerra perchè si tratta di un patrimonio che va non solo preservato attraverso la ricerca storica e l’attività pubblicistica ma difeso e continuamente aggiornato per essere trasferito alle giovani generazioni che si affacciano oggi all’impegno politico e civile.
Didascalia foto: Gino Emili, sindaco di Cascia, con Franco Marini, presidente del comitato per le celebrazioni di interesse nazionale alla presentazione del libro di memorie d Giuseppe Capoccetti – Cascia, 1 novembre 2014 – Foto: Massimo Chiappini