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Tutte le curiosità e le vicende racchiuse in questi articoli
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Nov

Progetto Grande Guerra: unità d’intenti tra il Consorzio BIM e il museo sloveno di Caporetto

Il Museo di Caporetto, in occasione del Centenario della Prima guerra mondiale, avvia una collaborazione con il Consorzio BIM  condividendo le finalità che sono alla base del progetto ‘Per non dimenticare… La Grande Guerra nella Valnerina e nello Spoletino’. Željko Cimprič,  responsabile del museo, racconta l’esperienza maturata in questi anni dalla prestigiosa istituzione slovena

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Željko Cimprič

‘Il Museo di Caporetto, grazie allo statuto autonomo ed alle molte particolarità che caratterizzano la sua attività, costituisce un esempio a sé tra tutti i musei sloveni. Appena un anno o poco più trascorse tra il concretizzarsi della prima idea per la costituzione di una esposizione museale permanente e la sua inaugurazione nell’ottobre 1990. Il museo funzionò per alcuni anni senza essersi dato uno statuto proprio, poi il gruppo fondatore, dopo aver stipulato un contratto con il Ministero della Cultura e con il Goriski muzej, assunse in proprio la gestione e riuscì a far fronte alle spese di gestione ordinaria con i proventi dei biglietti d’ingresso. Recentemente  è maturato l’impegno per ottenere un contributo statale permanente.

Il Museo, dal 1990, ha  intrapreso la sua attività in coincidenza con il nuovo interesse manifestato dalla comunità slovena per gli eventi storici della Prima guerra mondiale, che fino agli anni ’90 furono accantonati tra i capitoli ‘meno interessanti’ della storia moderna. Risultò evidente l’urgenza di costituire su questa tematica un’esposizione museale permanente e importante. L’affluenza dei visitatori aumentò sensibilmente in seguito all’assegnazione del più prestigioso premio sloveno per i musei, avvenuta nel 1992, e del premio per i musei del Consiglio d’Europa del 1993.

Negli ultimi anni la media annuale si è stabilizzata sui 60.000 visitatori ed è sufficente per assicurare la sopravvivenza del Museo. Certo che il contributo della nazione slovena, che non conta più di due milioni di abitanti, è piutosto ridotto, in cambio, però la parte dei visitatori stranieri è in continua crescita, avendo già superato attualmente il 65% del totale.

I visitatori provenienti da diversi Paesi sono spinti da interessi molteplici: gli eventi storici legati alla Grande Guerra hanno notoriamente un significato particolare per la storia e la società italiana. Perciò gli Italiani sono fortemente motivati a visitare il museo di Caporetto tant’è che il loro numero è in crescita soprattutto per quanto riguarda le scolaresche.

Gli Sloveni sono sollecitati soprattutto dal desiderio di ritrovare la memoria perduta e altrettanto si può dire per i visitatori appartenenti alle diverse nazionalità mitteleuropee aggregate alle forze armate sconfitte. Invece chi proviene da Paesi più distanti che rimasero estranei a questi eventi, è spinto soprattutto dall’interese per le operazioni belliche di alta montagna e per le vicende descritte da Ernest Hemingway nel suo romanzo «Addio alle armi».

La nostra esposizione museale presenta ‘in prima linea’ le vicende belliche svoltesi nel settore settentrionale montuoso del fronte isontino e, ovviamente, la battaglia di Caporetto. Il fine che desideriamo raggiungere è una rappresentazione degli eventi storici di cui sopra, talmente qualificata ed esauriente da promuovere il museo a ‘tappa obbligatoria’ per tutti coloro che siano interessati a questa tematica. Dopo venticinque anni di lavoro sono del parere che occorre valutare realisticamente che cosa sia meritevole di lode e rappresenti un valido motivo per portare avanti con ottimismo la propria attività.

La costituzione del museo nei modi da noi adottati è stata un’impresa coraggiosa ed ha richiesto un impegno maggiore di quanto la gente possa immaginare. Ha contribuito ad un notevole mutamento dell’opinione pubblica ed a una maggiore affluenza di visitatori con cui entrare in un rapporto più ravvicinato. La circostanza che il museo sia sorto in una località teatro di grandi eventi storici, è senz’altro positiva come lo è pure la storia dell’edificio sede del museo (tra l’altro già sede del tribunale militare). Si tratta di una successione di vicende e fatti assolutamente specifici e famosi che rappresentano un importante capitolo della storia di molti popoli. La nazione slovena è solo una fra questi. Le mostre allestite in quattro o più lingue provano quanto siamo consapevoli di ciò. Il museo è veramente ‘aperto’ ai visitatori perfino con l’orario visto che è apperto in tutti i giorni dell’anno. In tal modo esso è diventato una specie di istituzione sempre aperta per tutti i forestieri che, viaggiando, passano per la valle dell’Isonzo ed hanno interesse per la storia e per altro ancora.

Il nostro museo è una rappresentazione che ha per oggetto l’individuo comune e si ispira all’obiettività: è questa, appunto, la motivazione con cui ci è stato assegnato il premio per i musei dal Consiglio d’Europa del 1993. Ma più dei premi ricevuti è significativo per noi il riscontro che ci viene dai visitatori e il loro apprezzamento.

Quanto detto sopra rispecchia la serietà e la responsabilità che sentiamo nei confronti dei visitatori: sono loro che decidono l’esistenza stessa del museo. Altri musei, statali o comunali, sono in una situazione diversa: devono dimostrare i propri risultati a chi li finanzia. Il customer-care riveste la stessa importanza per un’istituzione autonoma nel campo museale come per le altre attività basate sul tempo libero degli utenti. La maggior parte dei turisti limitano le proprie spese e decidono dove e per come spendere. Naturalmente il prezzo d’ingresso di un museo deve competere con molte altre offerte.

Alcune nostre iniziative ed attività dello scorso anno provano che riteniamo degni di considerazione questi fatti. Un nuovo investimento è stato tra altro un filmato di venti minuti che ha sostituito la vecchia proiezione di diapositive. Lo scopo è di presentare la cronologia della battaglia di Caporetto. I film muti di archivio sono stati forniti dalla tecnica DOLBY surround, alle quattro lingue standard ne abbiamo aggiunte altrettante: francese, spagnolo, ungherese e ceco, per un totale di undici lingue. Pochi mesi dopo abbiamo risposto ad un’altra richiesta dei visitatori producendo un altro film della durata di 50 minuti in DVD/VHS. Il film presenta il museo, l’itinerario storico di Caporetto e alcuni dei più importanti campi di battaglia in montagna. La parte più preziosa del filmato sono molte immagini da poco acquisite che non possono essere incluse nella mostra permanente a causa dello spazio limitato. I visitatori preferiscono di gran lunga il film ai libri perché presenta il museo, aiuta a pianificare le escursioni ed è visto anche come un souvenir. Abbiamo messo a disposizione ai visitatori anche piccoli opuscoli guida scritti in dieci lingue.

Nonostante tutto, considero il lavoro delle guide la parte più importante della tecnica di presentazione di un museo. Il requisito fondamentale è la capacità di adattamento alle richieste dei visitatori ed alla comunicazione. Organizzare un gruppo di persone capaci di fare questo, in diverse lingue e in un posto piccolo come Caporetto, è un compito non sempre facile ma si registra un buon progresso negli ultimi anni con i giovani che si sono laureati in varie lingue. 

Riteniamo che sia molto importante allargare la nostra attività anche nei dintorni con la creazione del ‘museo all’aperto’. Infatti molti visitatori, dopo aver preso visione delle mostre e letto le prime edizioni di opere uscite sugli eventi del fronte isontino, ritornano a Caporetto spinti dal desiderio di recarsi personalmente sugli ex-campi di battaglia tant’è che è aumentato l’interesse dei visitatori per le escursioni organizzate in questo territorio. 

Tuttavia sul Kolovrat, il monte di confine, abbiamo intrapreso interventi più importanti di ripristino, perché le due strade panoramiche che attraversano sia il versante italiano sia quello sloveno offrono condizioni ideali per una forte affluenza di visitatori.

Negli ultimi anni abbiamo aderito anche al progetto Pro loco delle Valli del Natisone che riceve un contributo dall’Unione Europea e con il quale anche i nostri vicini hanno incominciato a ristrutturare le posizioni dell’esercito italiano esistenti sul lato italiano del crinale. Ma anche in altri campi sono sempre più numerose le diverse forme di collaborazione con istituzioni italiane o cittadini privati. Posso citare anche la produzione del CD-ROM e di film documentari, formato DVD, nell’ambito del progetto avviato dalla Cineteca del Friuli di Gemona.

Mi è cosa gradita concludere esprimendo una valutazione dell’attività svolta e delle nostre aspettative per l’avvenire: venticinque anni fa, mentre stavamo facendo i primi passi per richiamare alla memoria gli eventi storici del fronte isontino, non potevamo immaginare neanche per sogno che si sarebbero verificati entro così breve tempo cambiamenti così positivi come questi a cui stiamo assistendo”.

 

                                                                    Željko Cimprič

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