Decalogo del consumo in tempo di guerra
Mentre al fronte si combatte contro gli austro-ungarici nel fronte interno la situazione diventa sempre più difficile a causa dei lutti che colpiscono le famiglie; degli invalidi destinati ad una misera esistenza; degli orfani; dei profughi; dei prigionieri di guerra; dei numerosi problemi sociali che il conflitto europeo si trascinava dietro: impoverimento di alcuni ceti sociali, disoccupazione, difficoltà nell’approvvigionamento alimentare.
Su L’Umbria verde, il bollettino mensile della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Spoleto diretta dal prof. Francesco Francolini, per invitare la popolazione a risparmiare e ad evitare inutili sprechi, viene pubblicato il decalogo del consumo in tempo di guerra, redatto dal dott. Pasquale Maione:
«1 – Le misure restrittive che il Governo adotta ed adotterà per l’alimentazione non rappresentano la carestia imminente, ma il dovere della parsimonia nel consumare i mezzi di guerra, fra i quali non uno degli ultimi è l’ordinata alimentazione. Per la scelta dei cibi e per la quantità che occorre a mantenerti sano non lasciarti guidare dall’abitudine della ghiottoneria, ma ascolta i suggerimenti delle persone competenti che patriotticamente mettono il frutto dei loro studi a vantaggio della salute del popolo.
2 – non cercare dal fornaio il pane fresco o non confezionato con la farina e nelle forme prescritte, perchè te lo vieta la legge sul risparmio delle farine e perché il pane raffermo contiene meno acqua e quindi è più economico.
3 – Non far provviste di derrate perché così facendo le sottrai al mercato per gli altri, e ne farai crescere il prezzo, alleandoti agli ingordi speculatori, che nemmeno in questo momento sentono l’amor Patrio.
4 – Non mangiare carne il giovedì e il venerdì, e così, oltre ad obbedire alla legge della tua Patria, gioverai al tuo corpo cui nuoce l’uso giornaliero delle carni.
5 – Non mangiare dolci il sabato, la domenica ed il lunedì. Pensa che l’acquisto voluttuario di inutili dolciumi può determinare la privazione dello zucchero a bimbi e malati. 6- Costruisciti la cassetta di cottura per la carne ed i legumi per i quali devi tenere accesso il fuoco per molte ore. Pensa che l’economia del carbone ad ogni costo dà incremento alla fabbricazione delle opere di difesa ed offesa necessaria alla Patria tua.
7 – Se sei abbiente non spendere il tuo denaro in gioielli, in oggetti di lusso e in abiti, specie comprati all’estero. Il lusso non si conviene nell’ora presente e l’economia del vestire è un modo di rendere più accessibile la lana ai tuoi fratelli esposti al rigore delle intemperie.
8 – Se non sei abbiente serviti delle cucine popolari per la tua alimentazione. Ivi troverai il cibo preparato bene e nelle proporzioni giuste per il mantenimento tuo e dei tuoi figli, così risparmierai tempo, combustibile e ti nutrirai saggiamente. Non sperperare i tuoi aumentati guadagni nelle osterie; il vino consumato al di là di quello che è utile all’alimentazione non dà sostanza, né forza, invece avvelena l’organismo e sciupa la salute. Risparmia il tuo denaro per il dopo guerra; vi sarà allora un periodo di assetto nelle officine, nel quale la disoccupazione potrà essere minacciosa.
9 – Se sei negoziante pensa che il più grande alleato dei nostri nemici sarai tu, se ti lascerai trascinare dall’esempio di ingordi speculatori che non hanno altra patria che il denaro. 1
10 – Abbi sempre nel pensiero che, mentre tu vivi tranquillamente nella tua casa, i tuoi fratelli, i tuoi figli menano una esistenza non più da esseri umani, nelle caverne e fra le nevi in continui inerarrabili disagi e tremendi pericoli e ciò sopportano con animo lieto per la grandezza della nostra Italia. Fa buon viso a questi minimi disagi, senza pericoli di sorta. Pensa che ogni tua trasgressione a questo Decalogo intacca la tua onorabilità di cittadino, perché è disobbedienza alle leggi del tuo paese. Pensa infine che ogni tuo piccolo sacrificio affretta ed avvicina l’ora della vittoria e della pace».
Fonte: L’Umbria Verde, Bollettino mensile della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Spoleto, Anno VI, Maggio 1917, pp. 107-108.