Cerreto di Spoleto: la mola Casiccio in tempo di guerra
Casiccio Pietro, classe 1884, richiamato alle armi per la mobilitazione generale è costretto nel febbraio 1916 a chiudere il mulino di sua proprietà sito in vocabolo Ponte del Piano. Il fatto provoca il vivo malcontento della popolazione che non sapeva più dove far macinare il grano visto che la “mola Casiccio” costituiva per la potenzialità e per l’ubicazione lo stabilimento più importante del Comune e delle frazioni circostanti. Per tale ragione, la giunta municipale, il 28 febbraio 1916, «ritenuto che l’altro molino di proprietà di Mancini Pietro, per la scarsità dell’acqua motrice non può soddisfare i bisogni che di una minima parte della popolazione; ritenuto che il prolungarsi di un tale stato di cose potrebbe dar luogo a seri e gravi inconvenienti dei quali l’Amministrazione declina fin d’ora ogni responsabilità, unanime delibera di denunciare quanto sopra all’autorità politica circondariale per i provvedimenti del caso». Pietro Casiccio, al termine della guerra, torna a casa come prova la richiesta da lui presentata alla giunta municipale per ottenere una integrazione al compenso per la molitura di cereali accordata in 5 lire al quintale per la macinazione del grano e del granturco.
Fonti: Archivio storico comunale Cerreto di Spoleto, Atti della giunta comunale, reg. 2, delibera 28 febbraio 1916; reg. 3, delibera 3 febbraio 1919.