Prigionieri di guerra: le modalità di utilizzo
Durante la Grande Guerra diversi proprietari terrieri espressero la necessità di poter disporre di prigionieri di guerra per la “falciatura e la mietitura «di fronte la considerevolissima mancanza delle opere per i continui richiami sotto le armi». Nel 1917 Francesco Francolini, direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Spoleto, fornisce dettagliate informazioni sull’argomento:
«1. Per ottenere le concessioni di prigionieri di guerra sia da parte di Municipi o di Enti o di privati bisogna avanzare istanza presso il Regio Commissario ai rimboschimenti con l’opera dei prigionieri di guerra, Ministero di Agricoltura, Roma.
- Il minimo di prigionieri per ogni concessione è di trenta
- Il proprietario, il Comune o l’Ente hanno i seguenti obblighi:
– fornire locale necessario per alloggiamento di prigionieri, truppa di scorta ed Ufficiale. I locali consistenti in vani completamente nudi devono corrispondere alle elementari esigenze igieniche, né essere molto distanti da acqua potabile ed in località con comunicazioni facili presso i luoghi di rifornimento viveri.
– assicurare agli operai prigionieri una mercede oraria che viene fissata dalla Commissione Provinciale di Agricoltura; detta mercede è stabilita in questo modo dai 12 ai 15 centesimi alla ora per i lavori comuni; da 15 a 18 per falciatura; per la mietitura ancora non è stabilita. I prigionieri si pagano soltanto quando lavorano; quando non lavorano nulla. Se poi i prigionieri lavorano per Municipi allora la mercede è di centesimi 5 all’ora = Nulla è dovuto di mercede o compenso alla scorta e all’Ufficiale.
– si devono assicurare gli operai
– contribuire moralmente alla vigilanza dei prigionieri coadiuvando la scorta. Tutto il resto è di competenza dell’Autorità Militare, sia per il vitto, vestiario, rifornimento pagliericci
– provvedere agli attrezzi di lavoro.
- È facoltà dell’Ente o dei privati suddividere il drappello dei prigionieri in gruppi non inferiori a dieci persone (in via eccezionale 8); questi gruppi possono recarsi al lavoro in varie località purché la sera facciano ritorno allo alloggiamento. La soluzione più pratica è quella che ha adottato il municipio di Bevagna il quale ha ottenuto per sé una concessione di prigionieri e volta per volta li cede ai proprietari che ne hanno bisogno.
Fonte: Archivio storico comunale Norcia, Post-Unitario, Carteggio Amministrativo, 1917.